PAC o DdS quale scegliere ?

Sei un agricoltore stanco delle complicanze e delle incertezze relative al regolamento dei titoli PAC ?

Stai cercando di ottimizzare l’uso del tuo territorio e generare reddito aggiuntivo?

Dedica un attimo per conoscere i vantaggi dei DdS ( Diritto di Superficie) dell’agrivoltaico!

Sfrutta l’esperienza di Massimo Somaschini nella creazione di progetti agrivoltaici dando in cessione i DdS dei tuoi terreni, ad un valore 10-20 volte quello dei PAC, una rendita che si prolunga nel tempo per 30 o 40 anni.

Innanzitutto i vantaggi dell’impianto agrivoltaico per gli agricoltori sono molteplici e includono:

1. **Utilizzo efficiente del suolo**: L’impianto agrivoltaico è un sistema integrato che combina l’agricoltura con l’energia solare fotovoltaica, consentendo un uso efficiente e inclusivo del suolo.

Funziona posizionando pannelli solari orientabili a circa 3 mt d’altezza, con interfilari ogni 7-8 mt. su terreni utilizzati contemporaneamente per attività agricole o di allevamento.

Questa soluzione non solo permette la condivisione dello spazio, recuperando anche terreni marginali od inutilizzati, ma genera benefici per entrambi i settori.

2. **Benefici economici**: In caso di cambio generazionale o per altri motivi, la vendita dei terreni da me assistita o l’affitto coi DdS , ad aziende agrivoltaiche leader del settore, porta a massimizzare la valutazione dei terreni del 20%-40% in più rispetto ai valori correnti di mercato in quell’area.

4. **Aumento della produttività**: In alcuni casi, l’impiego di impianti agrivoltaici può addirittura aumentare la produttività del terreno, offrendo un beneficio aggiuntivo agli agricoltori, quali l’aumento del 15%-20% dell’ombreggiamento, l’integrazione con sistemi irrigui ad alta resa, la raccolta ed utilizzo dell’acqua di rugiada.

5. **Sostenibilità ambientale**: L’agrivoltaico promuove la sostenibilità ambientale, consentendo la produzione di energia pulita e riducendo l’impatto ambientale complessivo delle attività agricole.

Il più delle volte anche se il terreno per ottenere i DdS, è dato in affitto (concessione) alle società che realizzano l’impianto agrivoltaico, quest’ ultime sono nella maggioranza dei casi, favorevoli a stringere accordi con l’azienda agricola esistente sul terreno che meglio conosce , tramite colture idonee o allevamenti, come mantenere un adeguato reddito agrario richiesto per legge.

In caso di grandine o altri eventi atmosferici negativi , l’azienda energetica è l’unica responsabile dei pannelli FV così come a fine cessione (affitto) dello smaltimento a cui è obbligata per legge e tramite una fideiussione a garanzia depositata in Regione.

In sintesi, l’impianto agrivoltaico rappresenta una soluzione ambientale integrata che offre vantaggi economici, e produttivi per gli agricoltori, consentendo loro di ottimizzare l’uso del suolo e diversificare le fonti di reddito ed alle aziende energetiche di produrre energie rinnovabili di cui l’Italia ha un fabbisogno enorme.

Con un background in agronomia e una passione per l’innovazione, Massimo è in prima linea nel movimento agrivoltaico in Italia e membro dell’ AIAS Associazione Italiana Agrivoltaico Sostenibile . Comprende le sfide e le opportunità uniche che gli agricoltori devono affrontare e si impegna ad aiutarli a sfruttare al meglio la loro terra.

Ma perché scegliere Massimo per il tuo progetto agrivoltaico? Ecco solo alcuni motivi:

1. **Esperienza**: Massimo, dottore in agraria dal ’72, lavora nel settore agricolo da oltre 50 anni, con particolare attenzione alle tecnologie e pratiche innovative. Ha una profonda conoscenza delle esigenze degli agricoltori e si impegna a trovare soluzioni che funzionino soprattutto per loro.

**Conoscenza**: Massimo è esperto nelle ultime tecnologie e pratiche agrivoltaiche. Ha lavorato su una varietà di progetti, da installazioni su piccola scala a grandi in aziende agricole in Italia ed in Africa;

Ho selezionato le società di agrivoltaico con le migliori competenze anche dal lato agronomico e collaboro a stretto contatto con loro.

Basilare soprattutto nel caso di cessione del Diritto di Superficie , è trovare una società che sia un grado di garantire , secondo le normative di legge, un reddito agrario uguale o superiore a quello precedente all’istallazione dell’impianto agrivoltaico.

3. **Collaborazione**: Massimo lavora a stretto contatto con gli agricoltori per comprendere le loro esigenze e le aziende leader del settore .

Quindi promuove sistemi agrivoltaici personalizzati che ottimizzano l’uso del territorio e generano entrate aggiuntive quali i DdS ( cessione diritto di superficie ) tra i 3.500 – 4.500 € per ettaro per 30-40 anni per i proprietari terrieri.

4. **Sostenibilità**: Massimo è impegnato nell’agricoltura sostenibile e nell’energia rinnovabile. Crede che i sistemi agrivoltaici possano aiutare gli agricoltori a ridurre la loro impronta di carbonio aumentando al contempo il loro reddito.

5. **Innovazione**: Massimo è sempre alla ricerca di modi nuovi e innovativi per migliorare i sistemi agrivoltaici.

Attualmente sta lavorando a progetti che riguardano lo sfruttamento in più modi dei dati da rilievi satellitari, lo scambio di crediti di carbonio e l’integrazione dell’intelligenza artificiale in agricoltura.

Se sei interessato a saperne di più sui progetti agrivoltaici, hai un terreno da vendere o da affittare, , non esitare a contattarmi.

Non perdere questa opportunità per unirti al movimento agrivoltaico e sfruttare al meglio la tua terra. Contatta Massimo Somaschini oggi stesso!

somaschini@agrinews.blog

Le paure degli agricoltori

Passati i 70 anni più volte mi sono messo nei loro “panni” quando pensano ai loro figli, molti laureati e non più contadini, e valutano cosa fare delle decine di ettari di terreni agricoli che non verranno più coltivati dai loro eredi .

Le società “serie” che vogliono fare AGRIvoltaico possono essere la soluzione giusta per dare una congrua valutazione ai terreni e monetizzare per i futuri eredi fondi ed attività agricole dal destino incerto.

Ma le paure sono tante, in primis, le tempistiche : la lentezza degli Organismi preposti e di Terna a rilasciare le autorizzazioni, portano a stilare compromessi che prevedono fino a due anni per ottenere i permessi di allaccio e quindi di rogitare.

Paure di vedere i terreni coperti di pannelli fotovoltaici mentre i nuovi impianti agrivoltaici prevedono degli spazi fra le fila di 5-7 mt e pannelli a 2-3 mt di altezza anche rotanti, per meglio adattarsi ai raggi del sole e facilitare il passaggio delle macchine agricole per le lavorazioni del terreno e raccolta.

Il CEO di Enel Green Power, che sta realizzando l’impianto agrivoltaico più grande d’ Italia, Salvatore Bernabei ha affermato “Il parco solare in costruzione a Tarquinia dimostra come sia possibile gestire in armonia la crescita delle energie rinnovabili e l’attività agricola. Si tratta infatti di un impianto che sarà perfettamente integrato con il territorio e che ospiterà colture al suo interno, generando ricadute positive per l’ambiente, l’economia e il territorio e contribuendo alla riduzione della dipendenza energetica dell’Italia“.

L’impianto produrrà energia solare in grado di soddisfare il fabbisogno elettrico di 111.000 famiglie.

Paure per la solvibilità delle società compromissorie che viste le lungaggini, non lascino i lavori incompiuti o non tengano fede agli impegni presi: troppe imprese si sono improvvisate esperte di agrivoltaico quando di agricolo hanno solo una vaga conoscenza.

Concludendo chiedo a burocrati ed alti funzionari delle Società Elettriche:

aspettereste due anni per andare a rogito per un bilocale o per fare il trapasso di un’auto ?

E’ giusto che gli agricoltori il cui patrimonio primario è la terra, debbano aspettare tempi assurdi per finalizzare la vendita di terreni e gli italiani per avere l’energia “green” che guerre in Europa e Medio Oriente, rende indispensabile ed improcrastinabile ?

la mia cinquantennale esperienza è a disposizione degli agricoltori per una scelta giusta e ponderata del vostro partner per l’agrivoltaico sia se vogliate vendere i terreni o cedere il diritto di superficie. Contattami con wattsapp con pulsante in basso

Maxi ondata migranti

Le conseguenze del grande allagamento causato dalla rottura della diga sul fiume Dnipro in Ucraina hanno avuto un impatto significativo sull’agricoltura e sull’alimentazione. Nonostante l’enormità della situazione, queste conseguenze sono state quasi ignorate, così come la riflessione su una possibile ondata di migranti che potrebbe verificarsi.

L’allagamento ucraino e quello in Romagna

Secondo una ONG ucraina l’allagamento ha interessato tre regioni dell’Ucraina: Zaporizhzhia, Dnipropetrovsk e Kherson, per una lunghezza di 240 km: se consideriamo , in via prudenziale, un larghezza media dei terreni direttamente coinvolti e/allagati di 20 km, abbiamo 5000 km quadrati .

Questi terreni devastati dall’acqua in mancanza di idrovore ed altri interventi risanatori, rimarranno per diversi mesi sott’acqua e per uno o più anni non potranno produrre grano o altri cereali.

Facendo un raffronto con la Romagna la superficie allagata è stata di 10830 ettari pari a 108,3 kilometri quadrati .

Parliamo pertanto di una superficie 50 volte superiore come 50 Romagne messe insieme, con danni che ben conosciamo dagli innumerevoli reportages, ove le conseguenze per l’ agricoltura romagnola sono stati stimate in 1 miliardo di euro , in Ucraina lascio a voi lettori il calcolo di quale può essere l’entità del disastro.

dimensioni del bacino idrico 18,19 kilometri cubi d'acqua riversata sul territorio sottostante la diga sul Dnipro
dimensioni del bacino idrico 18,19 kilometri cubi d’acqua riversata sul territorio sottostante la diga sul Dnipro

Solo in campo ittico il bacino idrico di Kakhovka da solo, era l’habitat di ben 43 specie di pesci, di cui 20 specie con rilevanza commerciale (le catture annuali ammontavano fino a 2,6 mila tonnellate). Ci vorranno almeno 7-10 anni per ripristinare tali scorte. Tutte le zone di riproduzione e il bacino principale idrico, che sono gli habitat dei pesci, sono stati distrutti.

Grano e migranti

Una considerazione esplosiva che i politici e non solo, dovrebbero fare con urgenza: L’ Ucraina era uno dei maggiori esportatori di grano verso molti paesi emergenti africani : questa produzione a causa dell’inondazione, verrà a mancare come già ora si può notare coi rilievi satellitari per uso agricolo.

fonte Consiglio Europeo

Ciò inciderà sui prezzi che schizzeranno in alto come già avvenuto durante il blocco navale nel Mar Nero la cui rimozione ha permesso fino al mese di maggio 2023 di esportare oltre 30 milioni di tonnellate di cereali e altri prodotti alimentari.

È fondamentale che il governo, Coldiretti e Confagricoltura coinvolgano e incentivino gli agricoltori italiani a massimizzare la coltivazione di grano e altri cereali, utilizzando anche una parte dei 3 milioni di ettari di terreni incolti in Italia.

In caso contrario, potremmo assistere a un’onda migratoria di proporzioni bibliche nella primavera del 2024, se non prima.

È importante prepararsi e agire in modo proattivo per affrontare questa situazione critica e garantire la sicurezza alimentare del nostro Paese e di quelli Emergenti.

Gli agricoltori hanno un ruolo cruciale nell’aumento della produzione di grano e cereali e nella riduzione delle possibili conseguenze negative.

La collaborazione tra le istituzioni e gli agricoltori sarà essenziale per superare questa sfida senza precedenti.

 

Intelligenza artificiale…incredibile avatar !

Incredibile...”si può fare “ … con l’intelligenza artificiale posso crearti un avatar ed usarlo per promuovere i tuoi prodotti e servizi.

Tecnologia innovativa per l’agricoltura 4.0

E’ da diverso tempo che faccio ricerche e studi sull’ Intelligenza Artificiale e sulle innumerevoli applicazioni che stanno nascendo, in primis, la creazione di avatar.

Un esempio per capirci meglio

clicca ed ascoltami

Come utilizzare un avatar

Un avatar con la tua voce o di una Terza persona, può essere un’ottima risorsa per promuovere prodotti e servizi. Ecco alcune idee:

  1. Creazione di video promozionali: puoi utilizzare l’avatar con la tua voce o di una Terza persona, per fare video divulgativi dei i tuoi prodotti o servizi. Questi video possono essere utilizzati sui tuoi siti web, sui social media o su piattaforme di video hosting come YouTube.
  2. Creazione di messaggi pubblicitari: l’avatar può essere utilizzato per creare messaggi promozionali da utilizzare su piattaforme come la radio o la televisione.
  3. Assistente virtuale: puoi utilizzare l’avatar come assistente virtuale per rispondere alle domande dei clienti sui tuoi prodotti o servizi. Questo può essere fatto tramite chatbot o altri strumenti di messaggistica.
  4. Tutorial e formazione: puoi utilizzare l’avatar per creare tutorial e formazione sui tuoi prodotti o servizi. Questi video possono essere utilizzati per insegnare ai clienti come utilizzare i tuoi prodotti o servizi.
  5. Creazione di podcast: l’avatar può venire impiegato per creare podcast promozionali sui tuoi prodotti o servizi. Questi podcast possono essere utilizzati per dare consigli ai clienti, su come utilizzarli al meglio.

In generale, l’avatar può essere un’ottima risorsa per promuovere i tuoi prodotti e servizi in modo efficace e coinvolgente.

Università Bocconi avatar e branding

Una ricerca dell’Università Bocconi di Milano , una delle più prestigiose università al mondo di Economia e Marketing, ci spiega che per esempio, nel branding, sono molte le società che hanno adottato o stanno adottando l’avatar per “umanizzare i loro brand”, attribuendo a tale risorsa intangibile quel tocco umano personalizzato (e scalabile).

Alcune le evidenze, provenienti da settori diversissimi, per tutte le età e per tutte le generazioni. Si prevede che l’uso di avatar crescerà del 35% all’anno (Globe Newswire 2019) e che, ancora, l’impiego dovrebbe aumentare in modo significativo in alcuni comparti come travel e hospitality (241%), beni di consumo (187%).

Esempi di grandi aziende ma attenzione : la tecnica si espande ed i costi di utilizzo scendono !

Ci sono diverse aziende italiane che utilizzano avatar per la promozione di marketing o per l’assistenza clienti. Ecco alcuni esempi:

  1. Intesa Sanpaolo: la banca italiana utilizza un avatar chiamato “Anna” per fornire assistenza ai clienti sul proprio sito web. Anna è in grado di rispondere alle domande dei clienti in modo rapido e preciso, fornendo informazioni su prodotti e servizi bancari.
  2. Enel: l’azienda energetica italiana ha creato un avatar chiamato “Enel X Friend” per fornire assistenza ai clienti. L’avatar è in grado di fornire informazioni su offerte, tariffe e servizi Enel, nonché rispondere alle domande dei clienti.
  3. Poste Italiane: la società postale italiana utilizza un avatar chiamato “Postina” per fornire assistenza ai clienti sul proprio sito web. Postina è in grado di fornire informazioni su servizi postali, come spedizioni e pagamenti, nonché rispondere alle domande dei clienti.
  4. Telecom Italia: l’azienda di telecomunicazioni italiana ha creato un avatar chiamato “Alice” per fornire assistenza ai clienti. Alice è in grado di fornire informazioni su prodotti e servizi di telecomunicazione, nonché rispondere alle domande dei clienti.
  5. Gruppo Hera: la società di servizi pubblici italiana ha creato un avatar chiamato “Herambiente” per fornire informazioni su servizi di gestione dei rifiuti e dell’ambiente. L’avatar è in grado di rispondere alle domande dei clienti e fornire informazioni sui servizi offerti.

Esempio fatto per un’azienda agricola che produce marmellate bio

Simpatica ed infaticabile il tuo avatar può promuovere i tuoi prodotti o servizi

Contattami oggi stesso, spiegami le tue esigenze e troveremo la soluzione più adatta ed originale con un avatar o altro ancora !!!

L’Intelligenza Artificiale per aziende agricole

Uno dei campi più promettenti è la messaggistica ( chatbot) che si è sviluppata in questi ultimi anni grazie anche all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale in ambito ospedaliero, amministrativo ed aziendale.

La messaggistica per le aziende agricole

Come spesso è accaduto in passato, il settore agricolo è meno permeabile alle nuove tecnologie rispetto ad altri ma le potenzialità ed i benefici che si aprono con l’utilizzo delle chatbot con IA sono enormi. Vorrei portarvi ad un caso concreto :

La chatbot per le aziende vinicole

Le soluzioni offerte sono pensate per mettere sempre al centro i bisogni dell’utente. Sfruttiamo l’intelligenza artificiale per semplificare le relazioni, migliorare l’accesso alle informazioni e accrescere i livelli di soddisfazione dei Clienti.


Già nel 2016 CrowdM, società con cui collaboro, ha realizzato «MAIA» una piattaforma conversazionale evoluta che grazie all’integrazione con I’Intelligenza Artificiale, è in grado di creare Assistenti Virtuali Intelligenti, capaci di dialogare con le persone in linguaggio naturale, comprendendo il “sentiment” e il loro stato d’animo.

Il Personal Sommelier Virtuale

L’assistente virtuale o se preferite il Personal Sommelier è multilingue, dialoga coi Clienti  H24 7 giorni su 7 , tramite siti web, app mobile (Android & IoS) Facebook Messenger, Wattsapp ed altre piattaforme in funzione delle esigenze del Cliente. Di seguito tre settori d’intervento:

Informazioni e vendita

  • fornisce informazioni sulla storia dell’azienda
  • trasmette i valori della cantina
  • descrive le tecniche di produzione e vinificazione
  • presenta vini con descrizioni e foto

Gestione clienti ed eventi

  • fornisce supporto alle richieste d’acquisto
  • gestisce domande e risposte
  • invita a vivere esperienze personalizzate (agriturismo – degustazioni – partecipazione alla vendemmia)
  • guida l’utente nella scelta del prodotto fornendo indicazioni su abbinamenti cibo-vino

Ricerca collaboratori per vendemmia (opzionale)

  • fornisce informazioni sulle posizioni aperte
  • raccoglie i dati dei candidati
  • pianifica i colloqui di lavoro (già in uso nella GDO)
Se hai 3 minuti, dai un’occhiata a questo video che spiega le chatbot

Bioplastica e bambù gigante

Sono molti gli studi ed applicazioni industriali fatte sulla bioplastica che utilizza parti del bambù gigante.

Una premessa: chiariamo due termini: bioplastica e biodegradabile

“Bio-based” è definito nella norma europea EN 16575 come “derivato da biomassa”. Pertanto, un prodotto a base biologica è un prodotto interamente o parzialmente derivato dalla biomassa. La biomassa è materiale di origine biologica, escluso quindi il materiale incorporato in formazioni geologiche e/o fossilizzato (EN 16575, 2014). Esempi sono la carta e il legno, ma anche le materie plastiche come il PLA i cui elementi costitutivi sono prodotti dagli zuccheri.

I materiali biodegradabili sono quei materiali che possono essere decomposti naturalmente dalla biodegradazione, che è un processo biologico in cui microrganismi come batteri, funghi e alghe scompongono i materiali organici in elementi più semplici e inoffensivi per l’ambiente. Questi materiali includono composti organici come plastica, carta, tessuti naturali, legno, cibo e rifiuti vegetali.

La biodegradabilità dei materiali dipende da molte variabili ambientali. Ad esempio, i microrganismi richiedono l’ossigeno per il processo di biodegradazione, quindi la presenza di aria può accelerare il processo. Inoltre, la temperatura e l’umidità influenzano la velocità di biodegradazione, con temperature più alte e una maggiore umidità si accellera il processo. La presenza di nutrienti nell’ambiente, come azoto e fosforo, può altresì influenzare la velocità di biodegradazione.

In generale, i materiali biodegradabili sono considerati più sostenibili rispetto ai materiali non biodegradabili perché, una volta smaltiti correttamente, possono essere completamente decomposti in modo naturale, riducendo così l’impatto ambientale.

Tuttavia, è importante notare che la biodegradazione richiede tempo e le condizioni ambientali giuste, quindi i materiali biodegradabili possono ancora causare inquinamento se non vengono smaltiti correttamente.

Forever Bambù è uno dei primi utilizzatori del bambù per produzione di bioplastiche: la strada è aperta !

Il bambù gigante e la bioplastica

Il bambù è una fonte di materie prime rinnovabili e sostenibili che possono essere utilizzate per produrre bioplastiche. Il materiale utilizzato per produrre bioplastiche dal bambù è chiamato “polpa di bambù”, che è una miscela di fibre di bambù e prodotti chimici che aiutano a produrre la bioplastica.

La polpa di bambù può essere utilizzata per produrre una vasta gamma di bioplastiche, tra cui PLA (acido polilattico) e PHA (poliidrossialcanoati). Questi materiali sono biodegradabili e compostabili, il che significa che si decompongono naturalmente nel tempo senza causare danni all’ambiente.

L’utilizzo del bambù come materia prima per la produzione di bioplastiche ha diversi vantaggi rispetto ad altre fonti di materie prime, come ad esempio le colture di mais o di canna da zucchero. Il bambù cresce rapidamente e richiede pochissima acqua e fertilizzanti, il che lo rende una scelta molto più sostenibile e rispettosa dell’ambiente.

Inoltre, il bambù è una fonte di materiale rinnovabile a ciclo rapido, che significa che può essere raccolto e utilizzato più volte (taglio ogni 4-5 anni) senza danneggiare l’ecosistema circostante. Ciò rende il bambù un’opzione altamente sostenibile per la produzione di bioplastiche e un’alternativa ecologica alle plastiche tradizionali a base di petrolio.

Viali alberati e crediti carbonio

I viali alberati che quotidianamente attraversiamo fissano la Co2 e quindi producono crediti di carbonio certificabili e commercializzabili.

Chi si occupa di afforestazione e più in generale di green-economy ha sentito parlare del bambù gigante e delle grandi potenzailità di fissazione di Co2 da parte del suo folto fogliame ma anche i tigli o gli ippocastanti od altre piante d’alto fusto hanno questa attitudine .

Una nuova fonte di reddito: i viali alberati

Quante centinaia o migliaia di tonnellate di biomassa abbiamo davanti quando percorriamo i viali alberati : con specifici algoritmi si può calcolare la quantità della biomassa legnosa, sopra e sotto il terreno, e da questa dedurre le tonnellate di carbonio fissate e se il caso, validare i relativi quantitativi da parte di Enti certificatori.

Questi a loro volta produrranno dei certificati che potranno essere venduti dai Comuni o Enti o Privati a società che si occupano del trading di questi certificati (VCS) vendendoli ad Aziende che necessitano di compensare, in base alle direttive della UE, le emissioni nocive di gas serra dei loro impianti e/o attrezzature.

Un esempio virtuoso da un Comune lontano

Ci troviamo a circa 11 ore d’aereo da Roma nella città di Sèmè-Podji, Benin meridionale.

L’Università d’Agraria ha effettuato uno studio sull’importanza delle piante nell’ambiente urbano dimostrando la loro potenzialità ed influenza sull’ambiente e sulle popolazioni.

Il loro lavoro mirava a valutare il contributo degli alberi dei viale nel sequestro del carbonio nel comune di Sèmè-Podji in Benin. L’approccio metodologico utilizzato è partito dall’inventariamento degli alberi lungo 26 chilometri di viabilità urbana.

I dati sulla Co2 e crediti carbonio

Il valore di biomassa stimato per tutti gli alberi stradali inventariati ( specie autoctone) è stato di 756,16 t/ha. A questo valore di biomassa corrisponde uno stock di carbonio sequestrato di 378,17 t/ha, che equivale a un valore di 102,09 tonnellate di CO2 per ettaro .

Se consideriamo le strade separatamente, il viale principale ha una maggiore quantità di biomassa (489,27 t/ha) rispetto alla strada 1 (111,32 t/ha) e alla strada 2 (155,57 t/ha)). È lo stesso per i loro valori di carbonio sequestrato e CO2 equivalente. Tuttavia, i valori di biomassa e carbonio della strada 2 sono superiori a quelli della strada 1, mentre quest’ultima è superiore in termini di distanza lineare, ricchezza di specie e numero di individui.

Ciò implica che i valori di carbonio dipendono maggiormente dal tipo di specie e dalla densità della chioma nel viale.

CREA l’altra eccellenza di Sanremo

Sanremo non è solo musica il CREA è un altro centro d’eccellenza nella Riviera dei Fiori.

Alla scoperta del CREA

Nei giorni scorsi ho visitato con la Dir. Barbara Ruffoni il Centro Ricerche CREA di Sanremo.

Non certo sotto i riflettori come il teatro Ariston, questi nuovissimi e vasti laboratori (mq.600) realizzati nel 2022 sono dotati di una miriade di attrezzature di ultima generazione, e costituiscono una delle massime espressioni della ricerca italiana in campo floricolo ed orticolo.

Qui lavora, lontano dai riflettori, un folto gruppo di appassionati ricercatori nei settori della biologia molecolare, tecniche di evoluzione assistita e miglioramento genetico. Nuove varietà di fiori edibili, particolari muschi per pannelli fonoassorbenti, colture meristematiche per estrazione di metaboliti, indagini molecolari per programmi di ibridazione e lotta ai fitopatogeni, sono solo alcuni dei temi affrontati.

Il bambù super-gigante

La visita è stata anche una occasione per parlare del mio brevetto finalizzato alla creazioni di un bambù supergigante con alcuni ricercatori senior profondi esperti di genetica e biologia molecolare: brevetto che è in attesa di uno sponsor che ne comprenda e sviluppi in luoghi come il CREA, le enormi potenzialità.

cella colture meristematiche
cella colture meristematiche

Il CREA ed il Festival di Sanremo 2023

I mazzi di ranuncoli giganti e dalle stupende tonalità che Amadeus regala ai concorrenti ed ospiti, sono frutto di ricerche genetiche recenti che hanno dato nuovo impulso alla floricoltura di Sanremo e dintorni.

Le ricerche ed risultati ottenuti dal CREA e che ho avuto modo di constatare di persona, sono sorprendenti ma quasi sempre rimangano nascosti al grande pubblico, incanalati nelle pubblicazioni scientifiche finchè qualche industria non li fa suoi portandoli sulle nostre tavole o “sotto i riflettori” per la gioia dei nostri occhi.

Inaugurazione dei nuovi laboratori

L’ agro ambasciatore

Sinossi

Stanco di storie di mafia, di commissari maschi e femmine, ho voluto scrivere un libro che parlasse di agricoltura ma con un’ottica meno bucolica e più avventurosa: ne è sortito un personaggio insolito che mi piace definire: l’ agro ambasciatore.

Durante il lockdown del Covid-19 ho trovato finalmente il tempo di raccontare la mia singolare storia di dottore in agraria in giro per il mondo. Un giovane laureato che si trova a fronteggiare, suo malgrado, circostanze pericolose quali il mercato degli schiavi, il colera, gli squali giganti, i guerriglieri muwahhidin e tanto altro (vedi indice sotto).

Nel libro descrivo i numerosi viaggi e progetti agricoli in Paesi Emergenti aree in cui, nel passato come nel presente, sono ricorrenti forti tensioni sociali, sanitarie e politiche che possono influenzare lo svolgimento di una professione che solitamente non ha connotati rocamboleschi .

Aneddoti ed avvenimenti dal ’70 “gli anni di piombo” del periodo universitario al primo amore con Patrizia Reggiani ( protagonista del film The house of Gucci), alle frequenti missioni all’estero che calano il lettore in situazioni impreviste e singolari tracciando i contorni di una figura fuori dagli schemi quella del “agro-ambasciatore”.

Ordinazioni

Il libro può essere ordinato e pagato con Paypal su mail folgore1949@gmail.com oppure https://paypal.me/Somaschini?country.x=IT&locale.x=it_IT o bonifico bancario scrivendo direttamente alla stessa mail folgore1949@gmail.com

Due i prezzi per differenti opzioni di spedizione :

  • libro (120 pagine) con spedizione PPTT come plico librario 39,99 € ( tempo indicativo di consegna 8-10 g.g.)
  • libro (120 pagine) con spedizione a mezzo corriere espresso 49,99 € (tempo indicativo di consegna 2-3 g.g.)

Se vuoi informazioni sul contenuto, contattare l’autore o una dedica sulla tua copia del libro, puoi cliccare sotto per un contatto con wattsapp

Se invece sei interessato ad una coltura innovativa come il bambù gigante, di cui sono uno dei pochi esperti in Italia, puoi trovare il libro da me scritto su questa pianta, in chiusura del video del TG di RAI3 sugli utilizzi del bambù gigante, cliccando sotto

Raccolta canne bambù gigante

Premessa

La raccolta delle canne di bambù gigante dette anche culmi è uno degli argomenti di cui ho letto di tutto e spesso a sproposito.

Partiamo dal 2017 anno in cui sono rientrato dal Ghana ( stato in cui il bambù gigante è presente quanto da noi il mais) ed in Italia iniziavano le prime piantumazioni di bambù.

Chi scriveva di questo tema e peggio ne costruiva dei Business Plan ovvero piani finanziari per gli agricoltori, non aveva mai fatto una raccolta di culmi.

Forse aveva osservato qualche raccolta canne di bambù gigante in Cina realtà completamente diversa dalla nostra per vastità delle colture e per le condizioni socio-economiche assolutamente differenti dalle nostre.

Ciò non di meno quei dati calati nella realtà agricola italiana, sono serviti a società con centiaia di ettari propri o sotto contratto, per costruire rese finanziarie fantastiche.

Case story nel Varesotto

Nel novembre del 2021 ho voluto documentare una delle tante raccolte che aziende specializzate fanno durante l’anno e con cui collaboro da tempo per raccogliere dati e migliorare la coltura del bambù.

Raccolta canne bambù gigante nel Varsotto
Phyllostachys viridiglaucescens

Ho girato un breve video ( 1 min.) ed alcune foto che documentano la raccolta di Phyllostachys viridiglaucescens cresciuto spontaneamente ad una decina di chilometri da Varese.

Ho avuto modo anche di intervistare il proprietario che una ventina di anni fa aveva piantato vicino ad un torrente, una decina di piante che hanno coperto un’area di 400-500 mq sviluppando un’altezza oltre i 15 mt.

Come qualcuno avrà notato sul bambuseto passano i cavi dell’alta tensione ed anche l’Enel o meglio Terna ha avuto da ridire.

Sull’altezza dalle foto e video non penso ci siano dubbi, sui diametri allego una foto dei culmi più grossi.

Raccolta canne bambù gigante con culmi di circa 6 cm
Culmo di circa 6 cm.

Conclusioni

La raccolta dei culmi più maturi ha dato origine in una giornata a 400 pezzi tolti i rami laterali, rifilati a misura di 6 mt. e caricati su camion.

La foto seguente mostra il terreno come si presenta nelle aree di raccolta.

Taglio meccanico filo terra dei culmi di bambù gigante
Taglio meccanico filo terra dei culmi

Con questi dati ed altri raccolti in tanti anni, si possono costruire Business Plan veritieri che dimostrano che il bambù gigante , il Phyllostachys edulis in particolare, è redditizio e da adulto, di facile gestione.

Il bambuseto che avete visto è stato fatto da un muratore che a parte i primi anni non si è più curato del bambuseto usandolo solo per godere di un pò di frescura nei mesi più caldi.

Ciò non di meno ne ricava periodicamente un reddito dalla vendita di culmi fatti raccogliere da Terzi.

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