Alla COP 27 i grandi del pianeta hanno ribadito che il problema del clima è tangibile e rischia di danneggiare l’economia globale minacciando la nostra stessa sopravvivenza.
In questo scenario poco roseo, perché parlare del bambù gigante e dei crediti di carbonio ?
Il bambù gigante è una pianta conosciuta da millenni in Cina, dove viene coltivata su oltre 7 milioni di ettari, ma entrata nell’interesse europeo da un tempo relativamente breve.
Facile da coltivare, il bambù cinese ha enormi potenzialità in diversi settori industriali (cellulosa, filati, laminati, germogli) così come nell’ambito dei crediti di carbonio che è in grado di sviluppare molto più di qualsiasi altra pianta.
Cosa sono i crediti di carbonio
Cosa sono i crediti di carbonio e come vengono “creati” dalle piante? Partiamo dal principio.
Durante il giorno gli organismi vegetali, grazie alla presenza del sole, attraverso il meccanismo della fotosintesi fissano la CO2 (anidride carbonica) presente nell’atmosfera e con l’acqua producono composti organici liberando l’ossigeno indispensabile alla nostra sopravvivenza.
Di fatto, una pianta che cresce rigogliosa svolge la funzione di fotosintesi ai massimi livelli fissando più CO2 e quindi carbonio nella biomassa fuori e sotto terra, ovvero un numero maggiore di crediti di carbonio.
Carbon footprint e gas serra
Cosa si intende per Carbon footprint? Letteralmente, l’impronta carbonica, cioè la quantità
di anidride carbonica immessa nell’ambiente da ogni persona (o azienda, o Stato) nel corso di un anno.
Si stima che nel mondo ogni persona produca sette tonnellate all’anno di CO2, un dato enorme se moltiplicato anche per la sola popolazione italiana, senza considerare tutte le altre fonti d’inquinamento.
Come si può contrastare questa smisurata massa di anidride carbonica? Compensandola.
Esistono due tipi di mercati che guidano la domanda di compensazioni di carbonio: i mercati obbligati e i mercati volontari.
I mercati volontari di compensazione del carbonio, di cui ci occupiamo, scambiano certificati volontari di crediti di carbonio, fornendo a individui, organizzazioni e aziende la possibilità di compensare volontariamente alcune o tutte le proprie emissioni di gas CO2 ed altri che producono ” l’ effetto serra “: uno strato che si accumula nell’atmosfera innescando il surriscaldamento dell’aria con conseguenze nefaste sul clima.
Tu puoi far parte di questi volontari!
Enti certificatori
Indipendentemente dalla loro origine o destinazione del mercato, i crediti di carbonio devono essere validati secondo i parametri di un determinato standard. In base a tale standard, il progetto di carbonio è convalidato e verificato da un’organizzazione di terze parti.
I crediti di carbonio provenienti dal bambù sono attualmente certificati in conformità con ISO 14064 parte 2, AR-AMS0007 ver 02.0. e International Network for Bamboo and Rattan (INBAR) WP n. 73.
Il più importante ente certificatore è il VERRA con sede a Washington.
Attualmente Verra ha registrato 1484 progetti realizzati in 82 Paesi, verificando e certificando 989 milioni di tonnellate di CO2, pari alle emissioni di 213 milioni di auto riversate nell’atmosfera in un anno.
Crediti di carbonio del bambù gigante
Il bambù gigante, anche se è una graminacea, ha delle caratteristiche uniche che lo fanno assomigliare più ad una pianta.
La sua altezza raggiunge i 12-15 metri, la velocità di crescita è superiore a qualsiasi altra pianta, ma soprattutto la fissazione di CO2 è almeno tre volte superiore a quella che avviene in una normale foresta.
La remunerazione dell’agricoltore è in funzione della della quantità di biomassa che produce il suo bambuseto e del valore dei certificati ottenuti.
Sono a disposizione degli agricoltori, imprenditori e privati, per assisterli in questo cambiamento epocale che renderà più ” Green ” il loro rapporto col clima. Per approfondimenti, a breve , apriremo un sito dedicato solo ai carbon credits ma già ora posso assistervi per il calcolo dei crediti di carbonio, validazione, certificazione e trading.