I dati da soli NON valgono nulla senza un’ attenta analisi: ecco che all’Agricoltura 4.0 corre in aiuto l’ intelligenza artificiale !
Ho letto con molto interesse su Corsera del 28.06.19 l’ articolo del Prof. W. Raghupathi professore della Fordham University N.Y. e direttore del programma per gli Stati Membri di Business Analytics and Information Technology, uno dei più eminenti esperti mondiali di intelligenza artificiale e machine learning.
Traslando le sue conoscenze ed affermazioni nonchè sulla base delle mie esperienze in campo agricolo, posso affermare che esiste oggi un’enorme mole di dati raccolti da macchine agricole, droni, satelliti, sensori, stazioni meteorologiche, ricerche universitarie , tesi, ecc. che spesso rimangono degli ammassi grezzi d’informazioni di scarsa utilità.
Come afferma il Prof. W. Raghupathi in campo medico l’ elaborazione dei dati clinici ad opera di sistemi d’intelligenza artificiale uniti al machine learning possono permettere di migliorare l’ image recogniction e lavorando sulla text analytics fornire un valido supporto decisionale al clinico.
Adattando questo modello in campo agricolo, come agronomo e fito-patologo vedo enormi potenzialità, per esempio, nella prevenzione e trattamento a dosi mirate di fito-patologie di diverse origini in vaste aree rurali con grandi benefici in termini di tempi e costi.
Associazioni come Coldiretti dovrebbero incentivare gli iscritti a mettere in Rete i dati su infestazioni e trattamenti anti-parassitari effettuati ( nel rispetto della privacy) : uno o più algoritmi dovrebbero effettuare il data analytics permettendo, come dice il Prof. W. Raghupathi , di “leggere il futuro” ovvero di rilevare l’insorgere di determinate condizioni critiche per le colture.
Purtroppo come è recentemente successo per la stevia “made in Italy” un enorme quantità di dati ed i lusinghieri risultati raccolti nei numerosi campi pilota in Italia, sono rimasti “lettera morta” così come il progetto di effettuare colture estensive di questo dolcificante naturale a zero calorie, come già avviene per centinaia di ettari in Spagna e Grecia.