Quando a valle della filiera agro-alimentare degli steviosidi ci sono colossi come Coca Cola, Ferrero, Sammontana, solo per citarne alcuni, è evidente che il campetto coltivato a stevia è insignificante.
Da un campo test di un ettaro si deve poter passare da soli od in rete d’imprese ad almeno una ventina di ettari.
Ma quello che sfugge a chi si avvicina a questa nuova ed altamente redditizia coltivazione, è la complessità di come si è strutturata e specializzata la parte alta della filiera : non è più sufficiente un sacchetto di semi per iniziare pensando di soddisfare i sofisticati appetiti delle industrie di trasformazione magari seguendo i vecchi metodi d’ibridazione che vediamo in questo video
La selezione e poi la moltiplicazione si basa su pratiche svolte in enormi campi sperimentali, poi in laboratori specializzati in colture meristematiche, ovvero in colture in vitro di cellule staminali vegetali delle piante di stevia “super-campioni” .
Le piccole piantine verrano poi acclimatate in serre insect-proof, per essere in seguito cedute, con tanto di brevetto di tutela, al coltivatore finale.
Seguirà una coltivazione agronomicamente ineccepibile, la raccolta e la trasformazione ad opera di Terzi, anche con l’aiuto delle nano-tecnologie.
Il know-how di questa catena ed il come renderla altamente redditizia, fa parte parte del mio patrimonio professionale che sono disponibile a trasferire a chi voglia dare una svolta ad i propri investimenti agricoli od eco-sostenibili.
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