Ieri 21 novembre era la “giornata mondiale degli alberi” voglio sollecitare anche chi non ha decine di ettari ma è sensibile alle problematiche ambientali, a dare un contributo sostenibile con il tuo bambuseto.
Cosa intendo, ve lo condenso in pillole:
Lotto minimo 100 piante al prezzo fino al 15 dicembre di 25,00 € cad. franco partenza
piante con canne di altezza 1,50-2,00 mt. da terra nel vaso medio di 30 cm di diametro quindi adulte poco soggette a stress durante il trapianto, con caratteristiche morfologiche ben definite
si mettono a dimora a marzo in un terreno di almeno 2000 mq.
la densità ottimale di un bambuseto secondo quanto indica anche INBAR l’Organizzazione mondiale del Bambù e del Rattan è 500/800 piante per ettaro e non oltre un migliaio/ettaro come qualche vivaista và proponendo
il Phyllostachys edulis , a differenza della maggioranza delle 1200 specie di bambù conosciute, produce germogli in aprile e non durante tutto l’anno come le specie per paesaggistica , per cui con un minimo di accortezza è facile tenerlo a bada
il trapianto si fà di norma a marzo per cui ora il vivaista richiede il 20% di acconto con saldo alla partenza della merce ( le spese di trasporto sono escluse e si calcolano a parte a seconda della destinazione).
Di sotto alcuni esemplari pronti per la spedizione.
Chi ha qualche dubbio o non conosce le potenzialità industriali oltre che nutrizionali del bambù può documentarsi leggendo l’accordo sottoscritto tra INBAR e UNIDO (Organizzazione Mondiale per lo Sviluppo Industriale ) per la trasformazione industriale del Bambù Gigante.
Corsera dell’11-11-2021 in un articolo di Andrea Bonafede riporta sull’agricoltura a rischio, una recente intervista a Eva Alessi (resp. sostenibilità per il WWF Italia) che afferma ” L’agricoltura, come la vegetazione naturale, è sensibile alle variazioni atmosferiche e alle modifiche del clima”omissis ” Questa tropicalizzazione del clima sfavorisce da un lato la classica filiera agroalimentare italiana, ma allo stesso tempo agevola la presenza di prodotti esotici sul nostro territorio come il Bambù da produrre a km 0 .
È il caso di avocado, mango, papaya e frutto della passione, che si reperiscono con più facilità nei supermercati proprio perché cresce la loro produzione in Italia, soprattutto al Sud e così può esserci il Bambù da produrre a km 0»
Una tendenza che rappresenta un’occasione ( anche per i germogli di bambù ndr) da non perdere: il consiglio è di acquistare prodotti a «km 0», invece di ricorrere a un’importazione massiccia e inquinante.
A proposito di importazione massiccia e inquinante, INBAR (Asssociazione Mondiale del Bambù e del Rattan) nel suo report del 2016 ci segnala i seguenti dati:
Export di prodotti alimentari e non , fatti con il bambù gigante o rattan
Parliamo di un export dalla Cina per un valore nel 2016 di 1,96 miliardi di dollari: se non vogliamo ritrovarci come per le mascherine o i microchip o le terre rare dobbiamo inderogabilemente , ove possibile, renderci indipendenti!!!
Diseguito i dati dei prodotti derivati dal bambù importati nel Mercato Europeo dalla Cina :
germogli 69 milioni $ – carta 2,6 milioni $ –
filati 704.000 $ da bambù gigante ( dati 2016 )
Sarebbe ora che qualche agricoltore lungimirante, con piante veramente di Phyllostachys edulis e non sottospecie, con una seria assistenza agronomica, prendesse in considerazione questa coltura o continueremo ad essere succubi dei capricci ( o peggio ricatti) altrui.
Il Phyllostachys edulis è la specie più famosa di bambù gigante, solo in Cina ne esistono 7 milioni di ettari. In Italia dobbiamo capire se i bambuseti sono ricchezza o disordine ambientale .
E’ così massivamente coltivata perché è la più versatile compresa la commestibilità dei i germogli .
Ma ha anche valori strutturali ed una velocità di crescita ineguagliabile rispetto ad altre piante.
Bambù pianta o erba ?
Anche se invero il bambù è un’erba che cresce fino a 20-30 mt d’altezza : averlo è fonte di ricchezza !
bambuseto disomogeneo e in ritardata crescita
Dal 2014 il Phyllostachys edulis si è diffuso in Italia su circa 2000 ettari .
Purtoppo ciò è avvenuto ad opera di alcuni vivaisti che ne hanno preso le dovute cautele nella selezione delle piante.
Moltiplicazione per seme o spartizione ?
Partendo da seme (cinese) con il contatto casuale fra maschio e femmina di specie affini, si ottengono spesso piante con caratteri misti .
Solo alcuni meticolosi vivaisti hanno fatto un’opera di selezione andando ad identificare quelle piante che avevano i caratteri dominanti di quella specie, li hanno cresciuti fino a piante adulte e poi moltiplicate per spartizione, ottenendo bambù giganti fotocopia di quelle di partenza.
Conseguentemente la maggioranza dei bambuseti italiani che ho visitato a tutt’oggi, presenta una disparità di crescita e di portamento derivanti dalla presenza contemporanea di specie diverse che compromettonola redditività dell’intero bambuseto.
Morfologia delle specie di Phyllostachys
Le differenze si riscontrano da una comparazione morfologica delle piante, che può essere soggettiva, ma anche da un’analisi tramite amplificazione casuale di segmenti del DNA come quella fatta su un bambuseto del Nord Italia, presso un laboratorio di genetica dell’Università di Milano, di cui si riportano i risultati:
Confronto genetico di due diverse popolazioni di Phyllostachys pubescens attraverso la tecnica RAPD (Random Amplification of Polymorphic DNA)
Il campione FEM_987 (prelievo 2) possiede lo stesso profilo del campione di Phyllostachys pubescens di riferimento (FEM_990); i campioni FEM_986 (prelievo 1) e FEM_988 (prelievo 3) hanno, fra loro, lo stesso profilo, ma un profilo diverso dal campione di riferimento.
Infine, il campione FEM_989 (prelievo 4) ha un profilo diverso da tutti gli altri campioni in analisi
Senza un criterio vivaistico serio, in alcune piantagioni bambù di specie diverse con caratteristiche qualitativamente inferiori.
Per giustificare l’alta redditività di bambuseti industriali , qualche agricoltore o investitore si è chiesto quante piante di Phyllostachys edulis sono presenti nel suo campo ?
Osserva sopra e sotto : alcuni bambuseti in Italia sono una ricchezza o disordine ambientale ?
bambuseto di solo Phyllostachys edulis di 4 anni (ht 2.00 mt) a dx e 6 anni a sx (ht 4.00 mt)
Abbiamo decine di satelliti che ogni giorno passano sulle nostre teste: addio privacy ed allora almeno approfittiamo di questo originale trinomio non solo per il calcio ma anche per i vigneti!
Avete letto bene a partire da meno di 10 € al mese possiamo costruirci uno storico agronomico delle nostre colture che sianovigneti, frutteti, cerealicole, orticole , bambuseti, ecc.
Partendo dal livello base l‘indice di benessere/vigoria NDVIpossiamo capire come stanno le nostre piante, e con altri indici, le loro necessità irrigue o di concimazione, i pericoli metereologici o fitopatologici, in atto od imminenti.
l’innovazione del processo produttivo e del metodo di lavoro fino all’indice di maturazione delle uve di Winkler e Huglinhttps://bit.ly/3vQiTbx
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Le aziende agricole biologiche o che aspirano ad esserlo possono trovare un grande aiuto dal controllo degli indici di vigore, stress idrico e di clorofilla riportati periodicamente nei report che si basano sull’elaborazione delle immagini dei satelliti. La piattaforma di cui faccio uso quotidiano per le aziende che seguo, è utilizzata già in 66 paesi, in 7 lingue, prevede sulla base di dati meteo, statistici e satellitari, l’insorgere di malattie e carenze di concimazioni, minimizzando l’uso di fito-farmaci e fertilizzanti, interfacciandosi, se è il caso, con trattori e macchinari a rateo variabile.
a distanza di 22 gg e con un cambio di irrigazione le zone siccitose (rosse/rosa) stanno diminuendo rispetto a quelle meglio irrigate (azzurre/blu)
Posso gestire diverse aziende in remoto controllandole con i satelliti, l’ agro-imprenditore rimane in contatto giornaliero con me e con il team di agronomi di Agricolus per risolvere le problematiche agronomiche della sua azienda.
Riassumendo perchè fare un abbonamento satellitare e scegliere il supporto gestionale di…
Il n°6/2017 della prestigiosa rivista Vita in Campagna, ha proposto un mio articolo sul BAMBU’ GIGANTE, riportando tecniche colturali, redditività, commercializzazione e vivai ove reperire le piante madri.
Il tutto come riportato nelle pagine seguenti e pubblicato da Vita in Campagna e il bambù gigante:
Anche i vivai non sono più gli stessi , i migliori sono quelli che forniscono piante adulte e con specie di bambù ben riconoscibili ovvero il Phyllostachys edulis è il RE dei bambù
Come già descritto nella home page, il bambù gigante specie Phyllostachys edulis entra in produzione fra il 4° ed il 5° anno in funzione delle caratteristiche del terreno, condizioni climatiche e pratiche agronomiche più o meno intensive.
La specie Tropical adatta a coltivazioni sotto serra, avendo una resistenza al freddo fino a + 4C° anticipa la produzione di germogli fra il 2° ed il 3° anno.
Il termine “precoce” deve intendersi in riferimento all’ anticipo dell’entrata in produzione di germogli commerciali dal momento dell’impianto del bambuseto.
Per quanto attiene al periodo dell’ anno in cui spuntano da terra i nuovi germogli , il Phyllostachys edulis si raccoglie fra marzo e giugno mentre quelli del Tropical ad inizio estate.
Le piante nelle foto sono state messe a dimora nell’ autunno del 2014 e nell’ ultima settimana di luglio di quest’anno, abbiamo raccolto e mangiato, con gusto, i primi germogli.
La produzione al 3° anno è tra i 3 e 7,5 tons all’ ettaro ad un prezzo di mercato attualmente fra i 10 € / 12 € al kilo ( fonte Mercato Ortofrutta Milano) con una redditività di 30.000 € a salire.
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