Bambuseti : ricchezza o disordine ?

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Il Phyllostachys edulis è la specie più famosa di bambù gigante, solo in Cina ne esistono 7 milioni di ettari. In Italia dobbiamo capire se i bambuseti sono ricchezza o disordine ambientale .

E’ così massivamente coltivata perché è la più versatile compresa la commestibilità dei i germogli .

Ma ha anche valori strutturali ed una velocità di crescita ineguagliabile rispetto ad altre piante.

Bambù pianta o erba ?

Anche se invero il bambù è un’erba che cresce fino a 20-30 mt d’altezza : averlo è fonte di ricchezza !

bambuseto disomogeneo fatto con piante di bambù gigante da seme e di diverse specie
bambuseto disomogeneo e in ritardata crescita

Dal 2014 il Phyllostachys edulis si è diffuso in Italia su circa 2000 ettari .

Purtoppo ciò è avvenuto ad opera di alcuni vivaisti che ne hanno preso le dovute cautele nella selezione delle piante.

Moltiplicazione per seme o spartizione ?

Partendo da seme (cinese) con il contatto casuale fra maschio e femmina di specie affini, si ottengono spesso piante con caratteri misti .

Solo alcuni meticolosi vivaisti hanno fatto un’opera di selezione andando ad identificare quelle piante che avevano i caratteri dominanti di quella specie, li hanno cresciuti fino a piante adulte e poi moltiplicate per spartizione, ottenendo bambù giganti fotocopia di quelle di partenza.

Conseguentemente la maggioranza dei bambuseti italiani che ho visitato a tutt’oggi, presenta una disparità di crescita e di portamento derivanti dalla presenza contemporanea di specie diverse che compromettono la redditività dell’intero bambuseto.

Morfologia delle specie di Phyllostachys

Le differenze si riscontrano da una comparazione morfologica delle piante, che può essere soggettiva, ma anche da un’analisi tramite amplificazione casuale di segmenti del DNA come quella fatta su un bambuseto del Nord Italia, presso un laboratorio di genetica dell’Università di Milano, di cui si riportano i risultati:

Confronto genetico di due specie differenti di bambù
Confronto genetico di due diverse popolazioni di Phyllostachys
pubescens attraverso la tecnica RAPD (Random Amplification of Polymorphic DNA)

Il campione FEM_987 (prelievo 2) possiede lo stesso profilo del campione di Phyllostachys pubescens di riferimento (FEM_990); i campioni FEM_986 (prelievo 1) e FEM_988 (prelievo 3) hanno, fra loro, lo stesso profilo, ma un profilo diverso dal campione di riferimento.

Infine, il campione FEM_989 (prelievo 4) ha un profilo diverso da tutti gli altri campioni in analisi

Senza un criterio vivaistico serio, in alcune piantagioni bambù di specie diverse con caratteristiche qualitativamente inferiori.

Solo il Phyllostachys edulis o pubescens, è il Re dei bambù !!!

Per giustificare l’alta redditività di bambuseti industriali , qualche agricoltore o investitore si è chiesto quante piante di Phyllostachys edulis sono presenti nel suo campo ?

altro bambuseto disomogeneo: Bambuseti : ricchezza o disordine ?
Osserva sopra e sotto : alcuni bambuseti in Italia sono una ricchezza o disordine ambientale ?
bambuseto omogeneo  di una sola specie Phyllostachys edulis con filari di 4 e sei anni d'età
bambuseto di solo Phyllostachys edulis di 4 anni (ht 2.00 mt) a dx e 6 anni a sx (ht 4.00 mt)

Proprietà nutrizionali bambù gigante

Incominciano a vedersi più spesso sulle tavole italiane i germogli freschi di bambù, è quindi utile conoscere anche le proprietà nutrizionali del bambù gigante

In Cina , una superficie pari ad un quarto dell’ Italia, 7 milioni di ettari, è coltivata a bambù di cui la popolazione si ciba da millenni.

Ricerche su caratteristiche nutrizionali bambù gigante

Logico quindi che più di un settore delle ricerche scientifiche si dedichi allo studio e miglioramento di questo vegetale di cui se ne producono, in Cina, 260.000 tonnellate/anno.

In particolare il gruppo del Prof. Yulin Wang dell’ Università di Chongqing , ha pubblicato recentemente le loro ricerche sui valori nutrizionali di una trentina di specie di bambù gigante (Journal of Functional Foods 2020) come riportato nella tabella seguente:

Proprietà nutrizionali bambù gigante
legenda : K = potassio P=fosforo Ca= calcio Fe= ferro
Proprietà nutrizionalidi alcuni comuni ortaggi italiani
” sai quel che mangi” tabella del Ministero Politiche Agricole Alimentari e Forestali

Mercato italiano germogli bambù gigante

I germogli freschi di bambù della specie Phyllostachys edulis, la più coltivata in Italia (2.000 ettari) sono molto ricchi di vitamine e sali minerali: in confronto ad es. ai carciofi, hanno 376 mg di potassio e zero di magnesio contro 2676 mg di potassio e 73 mg di magnesio per il bambù gigante.

I germogli di bambù contengono fitosteroli e un’elevata quantità di fibre che possono essere qualificati come “nutraceutici” o “medicinali naturali”.

I fitosteroli hanno un’attività ipocolesterolemizzante (Brufau e altri 2008). I germogli di bambù sono una buona fonte di fibra commestibile (da 6 a 8 g / 100 g di peso fresco), che aiuta la funzionalità dell’apparato gastroenterico.

Molti cibi , persino il pesto alla genovese industriale, contengono fibre di bambù gigante vedi:

pesto alla genovese con fibra di bambù
pesto alla genovese con fibra bambù

Per ulteriori informazioni sulle proprietà nutrizionali bambù gigante e sulla coltivazione del bambù gigante, potete contattarmi cliccando

Piante madri bambù ma quali ?

In questi ultimi cinque anni ho visitato una ventina di bambuseti un pò in tutt’Italia e molti agricoltori mi hanno chiesto : Piante madri bambù ma quali scegliere ?

Ho notato che due sono stati i fattori principali del parziale o totale insuccesso di alcuni bambuseti :

1.0 la mancata analisi del terreno oggetto dell’impianto del bambuseto, per riscontrare carenze od inquinanti. Mi riferisco non solo ad analisi chimico-fisiche del suolo ma anche bioelettroniche !!!

Questo tipo di analisi ci permette di studiare i flussi che ci sono nei substrati più o meno profondi, delle sostanze bio-chimiche, presenti nel suolo.

Per fare un esempio: è come se ci sedessimo a tavola e le gustose pietanze fossero su un tavolo a fianco senza nessuna possibilità per noi ( piante immobili) di cibarcene.

parametri analisi bio-elettroniche

2.0 Le piante madri di bambù : la maggior parte dei bambuseti sono stati fatti con piante di 18-24 mesi, qualcuno con materiale vegetale ancora più giovane.

Piante di questà età sono particolarmente sensibili agli stress da trapianto, ai cambiamenti climatici repentini, agli attacchi di piccoli animali .

Partire con piante madri di bambù così piccole vuol dire raccogliere i primi germogli commercializzabili al 6°-7° anno. Personalmente sono dell’idea che si dovrebbero utilizzare piante solo di Pyllostachys edulis di almeno 4 anni ben radicate e ben resistenti al trasporto ed al trapianto.

Difatto avremo piante che nel giro di 2-3 anni sono in grado di dare già “reddito” producendo germogli grandi come asparagi e commercializzabili.

Piante madri di bambù Phyllostavhys edulis età 5 anni
Bambuseto di 5 anni in provincia di Torino

Libro Guadagnare con il Bambù

E’ uscita la terza ristampa del mio libro “Guadagnare con il bambù gigante “.

Un libro pensato come manuale e guida pratica per chi, esperto coltivatore o novello agricoltore, voglia iniziare una semplice e redditizia coltivazione :
il Bambù Gigante.

Una pianta affascinante molto amata e qualche volta odiata dai giardinieri, ma pur sempre fonte di guadagno per le mille applicazioni industriali.

In due parole, il Bambù Gigante, dalle poche pretese, coltivato secondo semplici regole e qualche piccolo segreto qui contenuto, può rivelarsi la Vostra ” miniera verde “.

Ma attenzione: il Phyllostachys edulis il re dei bambù giganti, se riprodotto da seme tende a creare sottospecie meno produttive e difformi, per cui cercate piante provenienti da vivai che applicano il sistema di moltiplicazione per spartizione.


Una pianta affascinante e fonte di guadagno per le mille applicazioni industriali.
In due parole il Bambù Gigante dalle modeste pretese, se coltivato secondo poche semplici regole qui raccolte, può rivelarsi la Vostra “ miniera verde”.

 Bambù Gigante al Labirinto del Masone un esempio di qullo che si può ottenere applicando i concetti del libro Guadagnare con il bambù
Bambù Labirinto del Masone

La terza ristampa è arricchita da un “appendice” che raccoglie alcune annotazioni sugli sviluppi enormi che questa coltivazione ha avuto negli ultimi tre anni , ovvero dalla prima stesura del mio libro nell’estate del 2016.

Altre nuove promettenti coltivazioni quali la moringa, papaia, finger -lemon , canapa o la stevia si sono affacciate con grandi speranze nel panorama agricolo italiano, ma nessuna come il bambù gigante è stato in grado di diffondersi su oltre 2000 ettari in così breve tempo.

Altre informazioni le puoi trovare sulla home page.


Top model, cani, stevia: cosa hanno in comune ?

Partiamo dalla stevia: un pianta che in questi ultimi  anni, dopo che colossi come Coca Cola e Pepsi hanno iniziato ad inserirla nelle loro bevande, è diventata famosa come edulcorante naturale a ZERO calorie.

Gli steviosidi in essa contenuti, sono adatti ad essere inseriti nelle diete di soggetti diabetici o semplicemente obesi, non determinando la comparsa di picchi glicemici.

Ma la notizia del giorno è che questo dolcificante potrebbe essere una potenziale cura per la malattia di Lyme.

Questa malattia viene trasmessa ai cani ed accidentalmente all’ uomo, da una zecca che comunemente si trova nei boschi ed in folti erbai. Pungendo cani e persone inocula un batterio la  Borrelia burgdorferi , che provoca la malattia di Lyme ( città del Connecticut dove è stata scoperta ). I sintomi sono mal di testa, eritemi, dolori articolari e rialzo della temperatura. In Italia si è evidenziata maggiormente in Liguria, Trentino e Carso.
La Dr.ssa Eva Sapi, ricercatrice presso l’Università di New Haven, Connecticut, ha condotto test sul dolcificante, dimostrandone la maggiore efficacia nell’uccisione dei batteri rispetto agli antibiotici.
La malattia di Lyme ha ottenuto molta attenzione recentemente dopo che la supermodella Bella Ha did( nella foto in alto) ha parlato della sua battaglia contro questa malattia che ha contagiato anche la madre ed il fratello.

Kenia stevia

Come agronomo, esperto di stevia, ricordo con amarezza che, nonostante redditività di 20.000€-30.000€ per ettaro l’anno e contratti di ritiro del prodotto, in Italia ci sono poche decine di ettari a fronte di centinaia in Grecia e Spagna: chi vuole maggiori informazoni può contattarmi al 3701323488 o visitare il sito

INVESTIRE NELLA STEVIA

Germogli bambù a 30 € al kilo ?

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Parrebbe proprio di sì : in Cina germogli bambù a 30 € al kilo !!!

Questo è quanto riporta , come da documentazione fotografica, un nostro  conoscente attualmente in viaggio per lavoro in Cina.

Per inciso nelle parti centrali e orientali della Cina, dal 26°N al fiume Yangtze (33°N) ci sono molti bambù monopodiali e simpodiali.

I principali generi sono Phyllostachys, Indosasa, Sinobambusa, Indocalamo, Pleioblastus, Dendrocalamopsis e altri.

Tra questi, Phyllostachys è il genere economicamente più importante in questa regione, in particolare Ph. pubescens, che è concentrato nella Valle dello Yangtze, la più grande foresta di bambù coltivato che occupa il 58,85% dell’area totale della foresta di bambù in Cina.

La foto è stata fatta in un supermercato di Shanghai , su cui erano esposte delle confezioni sotto vuoto, di germogli di bambù . La confezione del peso di 100 gr. era in vendita all’ equivalente di 3,00 €.

Un breve calcolo ci riporta ad un prezzo dei germogli di bambù a 30 € al kilo

Redditività:

Se partiamo da 600 piante ettaro, considerando che una pianta fà dai 4 ai 6 germogli all’ anno, al 4° anno siamo a 38.400 germogli, supponendo di raccogliere il 30% abbiamo 11520 germogli x un peso unitario di 0,200 kg cadauno, otteniamo 2.340 kg .

Con una quotazione all’ ingrosso di 2,00 € al kilo otteniamo 4608 € accettabile per una coltivazione che infittendosi ogni anno di nuovi culmi, vi produrrà per 80-100 anni non solo germogli ma anche canne.

Di sotto i germogli freschi di un bambuseto di una quindicina d’ anni nel ferrarese

Ferrara germogli bambù NON a 30 € al kilo ma prodotti in Italia

Val di Taro bambuseti giganti

Dopo il bambuseto gigante di due ettari piantumato l’ anno scorso a Porcigatone, quest’ anno se n’ è aggiunto un altro vicino a Bedonia, e con questi diventano due quelli in Val di Taro.

L’appezzamento di terreno presenta un forte declivio, con alcune zone sassose.

Non sarebbe idoneo per le colture tradizionali ma ben si può adattare al bambù un’erba gigante ed infestante che se opportunamente gestita, porta nell’ arco di 5-6 anni alti rendimenti , dell’ ordine di 15.000-20.000€ per ettaro.

A questo proposito và ricordato che è utile predisporre subito un fosso perimetrale per contenere la crescita dei rizomi all’interno dell’ area destinata alla coltivazione, da tenere periodicamente pulito.

In alternativa basta tenere ogni sei mesi sarchiata l’area perimetrale del bambuseto.

bambuseto a Bodonia in val di Taro
Scavo perimetrale

Così , fra qualche anno, oltre ai rinomati porcini di Borgotaro, potremo gustare da Val di Taro i germogli freschi di bambuseti giganti  a Kilometro ZERO, invece di quelli in salamoia dalla Cina.

 bambuseto gigante nel 2017 a Bedonia
Nuovo bambuseto impiantato nel 2017 a Bedonia

Vita in Campagna e il bambù gigante

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Il n°6/2017 della prestigiosa rivista Vita in Campagna, ha proposto un mio articolo sul BAMBU’ GIGANTE, riportando tecniche colturali, redditività, commercializzazione e vivai ove reperire le piante madri.

Il tutto come riportato nelle pagine seguenti e pubblicato da Vita in Campagna e il bambù gigante:

Vita in Campagna 06/2017 e  il bambù gigante
Vita in Campagna 06/2017 e  il bambù gigante
Vita in Campagna 06/2017 e  il bambù gigante
Vita in Campagna 06/2017 e  il bambù gigante

Siamo nel 2022 ed cinque anni passati dalla prima stesura di questo articolo molti fatti hanno profondamente sconvolto il sistema di coltivare il bambù vedi il seguente video:

bambuseti meccanizzabili

Anche i vivai non sono più gli stessi , i migliori sono quelli che forniscono piante adulte e con specie di bambù ben riconoscibili ovvero il Phyllostachys edulis è il RE dei bambù

Pomodoro e bambù gigante

Pomodoro e bambù gigante: due storie diversamente affascinanti.

“Il pomodoro ha origini dal Perù, Equador e Messico ove era conosciuto col nome  azteco “xitomate” o “zitomate” e giunse in Spagna e poi in Italia nel ‘500

Attraverso il possedimento spagnolo di Napoli, nel sec. XVI, il pomodoro, con il nome di “mela d’oro” o “pomo d’oro” e attraverso Genova e Nizza arrivò in Provenza, utilizzato prevalentemente per abbellire i balconi. Dalla Spagna, al seguito della dominazione Araba, il pomodoro arrivò anche in Sicilia, dove si trovano le più antiche ricette italiane a base di pomodoro” .

A poche centinaia di kilometri già allora si estendevano enormi foreste di bambù gigante: la sua diffusione si allaga dalla Cina al Sud Est Asiatico, India , Madagascar, Africa Centrale, Stati a Nord dell’ America Meridionale.

bambù nel mondo
distribuzione del bambù nel mondo

Solo in Cina ci sono 7 milioni di ettari di bambuseti, un’ estensione pari ad un quarto dell’ Italia ed un indotto di centinaia di milioni di euro.

Fatta questa premessa , è evidente che non stiamo parlando di piante poco conosciute o sperdute in qualche altopiano dell’ Himalaya.

Eppure pochi di noi agronomi, in Italia siamo circa 20.000, ci siamo chiesti se questa pianta erbacea “gigante “ potesse essere utile quale diversificazione di colture con rendimenti marginali. E che dire delle 23 facoltà d’ agraria presenti in Italia ? Possibile che nessun docente si sia mai chiesto se questa coltivazione potesse essere di qualche interesse per sollevare le sorti della sofferente agricoltura italiana ?

E’ risaputo che “ ricerca e sviluppo” di nuovi temi agronomici è in parte influenzato dalle industrie , nella fattispecie quelle sementiere e dei fitofarmaci, e che entrambe fanno capo a 4 mega-holdings che controllano la produzione mondiale, alla faccia dell’ Antitrust.

aziende sementiere
Oligodio delle aziende sementiere

E qui può venire una riflessione, anche se non l’unica, sull’ oscurantismo che fino a ieri ha accompagnato il bambù gigante: che interesse può suscitare una pianta che si semina ogni cento anni e non richiede l’utilizzo di diserbanti ed antiparassitari ?

C’è voluto non un agronomo od un docente d’agraria ma un albergatore di Cattolica con buon fiuto per gli affari , per portare alla ribalta il bambù gigante ed avviare, in Italia, un piano industriale imperniato su questa affascinante e redditizia coltivazione.

Naturalmente come tutte le coltivazioni, anche il bambù ha le sue problematiche: và fatta un’ attenta analisi dei terreni ove impiantare, seguendo le regole agronomiche tipiche dei bambuseti industriali che purtroppo pochi conoscono.

Ma perché piantare il bambù gigante ?

L’ agricoltore avveduto è quello che guardando al futuro riconosce le nuove tendenze dei consumatori. E’ di questi giorni la campagna nazionale della Scotti sul riso ( di origine indo-pakistana ) basmati: solo un anno fa chi avrebbe osato pubblicizzare un riso che non fosse una varietà Carnaroli o Arborio ? Non vi è dubbio che una società come il Gruppo Scotti, con oltre 220 milioni di euro di fatturato , abbia fatto approfondite indagini di marketing prima di lanciare un nuovo riso orientale.

Anche nella cucina , la globalizzazione porta alla ricerca di nuovi prodotti, motivo per cui fra due-tre anni troveremo sugli scaffali dei supermercati i germogli di bambù freschi, che soppianteranno quelli in salamoia, di cui già ora se ne consumano, importati, circa 4000 tonnellate .

Mercato germogli bambù freschi

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Molti mi chiedono se vale la pena di inizare a coltivare il bambù gigante se non ci sono certezze sulle filiere a valle, se c’è un mercato di germogli bambù freschi.
I dati per costruire un realistico piano strategico ci sono e vi espongo quello di una delle filiere più promettenti.
Germogli freschi: in Italia ci sono 110.000 ristoranti di cui circa 10.000 cinesi
Considerando un consumo medio di 1kg al giorno per 10.000 ristoranti, abbiamo 3650 tonnellate di germogli in salamoia, attualmente importati dalla Cina, oltre a quelli venduti nei negozi etnici di alimentari  per un giro d’ affari a 3 € al kg di 11 milioni € e oltre.

  • Considerando la presa di coscienza dei consumatori sempre più attenti alla provenienza degli alimenti , cosa possono dire di questi alimenti cinesi molto scarni di informazioni ( vedi origine “Cina” nella foto in basso ) ?
  • meglio un germoglio di bambù fresco italiano, di cui in etichetta troveremo Azienda e territorio d’origine ?
  • meglio un germoglio fresco od uno in salamoia, immaginate per somiglianza un carciofo fresco ed uno in scatola ?

Sempre da rilevamenti facilmente riscontrabili su Google, ricordiamoci che oltre 5 milioni di italiani mangiano vegetariano e sono in perenne ricerca di nuovi alimenti per arricchire la dieta quali potrebbero essere i germogli di bambù ricchi di vitamine e di potassio !
Per inciso fra il 4°-5° anno un bambuseto produce circa 500 kg/ettaro di germogli a 2 € al kilo fanno 1.000 € ma in crescita esponenziale !

Mercato germogli bambù freschi: scatola in uso nei ristoranti cinesi ed etnici
scatola germogli bambù in salamoia

Pertanto il mercato dei germogli bambù freschi è tutto da costruire !

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